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La grande bellezza di Via Verona 7

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Occupata domenica scorsa per dare casa a quindici famiglie in emergenza abitativa, ieri l’ex caserma della Guardia di Finanza di Via Verona si è trasformata in molto di più. Il Movimento per la casa, ad una settimana dall’occupazione, ha deciso di aprire le porte dello stabile alla città intera, ai giornalisti, ai curiosi e alle tante persone che in questi giorni hanno dimostrato la loro vicinanza e la loro solidarietà, portando cibo, acqua e coperte, o anche solo sorrisi e segni di approvazione e condivisione.
L’idea che esistano, in una città in cui centinaia di famiglie rischiano di perdere la casa, spazi immensi lasciati alla muffa e alle intemperie ha indignato e smosso gli animi di chi ancora crede che il diritto all’abitare debba essere garantito a tutte e tutti.
Il divario tra ciò che è legale e ciò che è giusto diventa ogni giorno più labile e appare chiaro come il mondo della politica e delle istituzioni abbia scelto di emarginare e reprimere quella parte di società che non riesce ad arrivare alla fine del mese nè a vedersi assegnare una casa popolare.
Il Piano Casa del governo Renzi rappresenta un esempio lampante della volontà del nuovo esecutivo di gestire un’emergenzia sociale come un problema di ordine pubblico. Gli sfratti di famiglie e addirittura di donne sole con bambini, da parte di reparti in assetto antisommossa sono, purtroppo, all’ordine del giorno. Con l’entrata in vigore del decreto Lupi le famiglie costrette a percorrere la strada dell’occupazione abitativa vengono private di ogni tipo di tutela e condannate alla clandestinità, private della possibilità di utilizzare luce e gas e ottenere la residenza, quindi il diritto di cittadinanza che permette, ad esempio, di iscrivere i figli all’asilo. Quello che abbiamo davanti è un quadro estremamente drammatico in cui le istituzioni scelgono di condannare e reprimere famiglie in difficoltà e movimenti per la casa invece che trovare soluzioni alternative e risposte adeguate.
All’interno di questo scenario crediamo che la festa che ha attraversato Via Verona 7 ieri pomeriggio riempiendo il cortile dell’edificio di centinaia di persone, rappresenti una speranza tangibile e concreta. In questa settimana si è creato, fuori e dentro le mura dell’ex caserma, un sentimento di partecipazione che ha visto consenso e conflitto camminare fianco a fianco e che ha riaperto con forza, non solo sui giornali ma anche per le strade e nei mercati, il dibattito sull’emergenza abitativa.
Dopo l’occupazione della Banca d’Italia avevamo sperato che l’amministrazione alessandrina avesse la volontà di risolvere, o perlomeno arignare il problema dell’emergenza abitativa: il sindaco aveva annunciato pubblicamente la sospensione degli sfratti per il mese di maggio. Giovedì 29 maggio invece, Mohamed, sua moglie e i suoi due bambini sono stati sfrattati a seguito dell’intervento di una pattuglia dei carabinieri. La risposta del Movimento non si è fatta attendere e dopo solo tre giorni ha occupato l’ex Caserma GdF con decine e decine di persone tra attivisti e famiglie, con l’obiettivo di trovare una soluizione immediata e dignitosa, non solo per Mohamed, ma anche per tutti gli altri.
Dopo un iniziale silenzio da parte delle istituzioni e la minaccia di uno sgombero imminente, la situazione sembra essersi stabilizzata: si sono aperti alcuni canali di dialogo con l’amministrazione comunale. Disponibile ad ascoltare le proposte del sindaco, l’assemblea degli occupanti rimarrà in via Verona e proseguirà i lavori per ristrutturare lo stabile, con la consapevolezza che, comunque andranno le cose, la  prima grande vittoria è stata la riapertura di un luogo meraviglioso e abbandonato da anni alla cittadinanza.
Dopo la straordinaria settimana appena trascorsa ed il successo della giornata di ieri, cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che sono venuti a trovarci, ieri e nei giorni precedenti, e che hanno contribuito a rendere possibile tutto questo. Ancora una volta invitiamo tutti a passare a vedere come l’autorganizzazione possa far diventare realtà ciò che sembra impossibile.

Movimento per la Casa