Indietro

Un progetto che fa acqua da tutte le parti

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Se vivessimo in un paese normale, con una classe politica almeno onesta intellettualmente, ai signori del Cociv non verrebbe permesso neppure di far muovere una ruspa giocattolo. Quello che è stato presentato e approvato come progetto esecutivo dei primi due lotti di costruzione del Terzo Valico sembra imbarcare, ogni giorno che passa, sempre più acqua e chissà che non sia presto destinato ad affondare.

Già di per sé la suddivisione del progetto in lotti costruttivi non funzionali (solo alla fine dell’ultimo lotto vi sarà qualcosa in grado di funzionare, forse) la dice lunga sulle cattive intenzioni che stanno a monte della volontà di realizzazione del Terzo Valico. Sarebbe come se una famiglia decidesse di iniziare a costruire le fondamenta della propria casa senza sapere se verranno approvati i muri e il tetto, ma soprattutto senza sapere dove trovare i soldi per finire di costruirla. Nessuna famiglia di buon senso lo farebbe, ma evidentemente quando distribuivano il buonsenso la nostra classe politica era a spartirsi le tangenti pagate per foraggiare il business dell’alta velocità.

In Vallemme, dove Sabato si svolgerà la giornata di lotta del movimento con l’obiettivo di bloccare il cantiere di Voltaggio, sembrano esserci diversi problemini. Innanzi tutto pare che Cociv abbia rinunciato ad utilizzare l’area in cui far sorgere il campo base che dovrebbe ospitare 400 operai, perchè fra gli anni cinquanta e ottanta sarebbero stati interrati rifiuti plastici provenienti dall’attività dell’ex cartiera e sarebbe troppo costoso bonificare il terreno. Di conseguenza sembra vacillare anche il progetto di costruzione di una centrale a biomasse prevista nell’ex cartiera da parte della Voltaggio Energia e che avrebbe dovuto riscaldare il campo base del Cociv.  E’ tornata allora alla ribalta l’idea di utilizzare l’area dell’ex cava cementir dove sono ancora ammassati i container lasciati in eredità da metà anni novanta e che fungevano da uffici del Cociv. Peccato che si trovino in zona esondabile e fosse stato disposto che l’area venisse interamente smantellata. Il Sindaco Repetto, un tempo contrario a questa soluzione, sembra aver cambiato idea e come sempre farà tutto il possibile per soddisfare le esigenze dei signori del Cociv e della Lauro Spa, recentemente indagata con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato. Chissà quale premio gli verrà riconosciuto per la sua continua e costante opera volta a tutelare gli interessi del consorzio costruttore del Terzo Valico.

Anche sull’allargamento della galleria della Crenna, fra Gavi e Serravalle, sembra non esserci certezza. Dopo mesi di querelle per decidere quale dovesse essere la strada alternativa da utilizzare per il transito veicolare durante l’esecuzione dei lavori di allargamento, adesso sembra che tutto verrà risolto con un bel semaforo e si rinunci all’esecuzione dei lavori. Soluzione che gli permetterebbe di non passare nuovamente per il calvario dell’esecuzione degli espropri che stanno cercando di evitare in ogni modo possibile arrivando ad offrire fino a cinque volte il prezzo di mercato per l’acquisto di case e terreni.

In Valle Scrivia il vero capolavoro è invece quello della nuovissima Strada Provinciale 35 Ter fra Serravalle e Novi, fatta costruire dalla Provincia di Alessandria e pronta ad essere inaugurata. Peccato che una parte dovrà essere demolita vista l’interferenza col tracciato del Terzo Valico e dovrà essere costruito un cavalcavia nuovo di pacca. Trattasi naturalmente di soldi di tutti i cittadini e in un tempo di vacche magre come questo permettersi di demolire e ricostruire una strada appena fatta è a dir poco scandaloso. Chissà se dalle parti di Palazzo Ghilini, Filippi e compagnia, non provino neppure un briciolo di vergogna per quanto sta accadendo.

Anche ad Arquata il “famoso” campo base che dovrebbe sorgere a ridosso delle cisterne di Garrone, misteriosamente sparite dal progetto del Cociv, potrebbe venire cassato dopo la denuncia pubblica del comitato No Tav arquatese e questo potrebbe significare dover trovare un’altra area per far alloggiare i 480 operai previsti al lavoro nei cantieri di Radimero, Moriassi e Libarna. Impresa non facilissima fra Arquata e Serravalle.

Un altro capitolo è quello della recente approvazione del piano cave. Approvato anche questo solo per i primi due lotti, non contempla minimamente che all’interno dello smarino vi possa essere contenuto amianto e non indica in quali siti dovrebbe essere stoccato. Eppure anche Cociv e i Sindaci ne ammettono ormai la presenza e dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere imminente la presentazione del tanto sbandierato protocollo amianto.

Provate adesso ad immaginare se vi permetterebbero di costruire una casa con tutti questi problemi da dover affrontare e risolvere. Sicuramente prima vi direbbero di sistemare per benino il progetto e poi forse, dopo un meticoloso controllo, vi autorizzerebbero a costruirla.

La storia del Terzo Valico ci racconta purtroppo questo: quello che vale per tutti i cittadini non vale per Cociv e quello che vale per Cociv non vale per tutti i cittadini.

E’ la democrazia, bellezza…