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Il Movimento per la Casa blocca uno sfratto a Spinetta Marengo

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Questa mattina decine di attivisti del neonato Movimento per la Casa si sono dati appuntamento a Spinetta Marengo, in via del Ferraio. Obbiettivo: impedire che una famiglia marocchina con due bimbi piccoli finisse in mezzo alla strada.

Il copione è sempre lo stesso e purtroppo sempre più diffuso: persone comuni che da un giorno all’altro, a causa di una crisi creata da banchieri ed affaristi, si ritrovano senza un reddito e la possibilità di pagare l’affitto.

La famiglia, che da tempo cerca una soluzione alternativa, è passata anche per la richiesta dell’assegnazione di un alloggio popolare. La risposta da parte di Comune ed ATC è stata la solita: il numero di richieste è abbondantemente superiore all’offerta disponibile.

Questo è dovuto all’incremento degli sfratti a causa della situazione economica generale (solo in Alessandria si parla di un aumento del 50% rispetto allo scorso anno), ma anche alla cattiva ed irresponsabile gestione da parte delle varie amministrazioni comunali e degli enti competenti che si sono susseguiti negli anni: per chi ha memoria era il 2005 quando la Rete Sociale per la Casa denunciò la presenza di decine di alloggi di edilizia popolare vuoti o lasciati al degrado.

Da parte della politica poco è cambiato, nessun progetto o azione sono stati messi in moto per risolvere il dramma abitativo; anzi, è stata resa nota poco tempo fa la volontà del Comune di vendere parte del proprio patrimonio destinato ad uso abitativo, con l’obiettivo di fare “cassa”. Le stanze calde e confortevoli di chi governa questa città sono sempre più distanti da chi si trova ad affrontare la stagione invernale senza un tetto sopra la testa.

Gli alloggi vuoti sono rimasti tali, salvo alcuni occupati e “redistribuiti” dal racket delle case sfitte per mano di mafiosi senza scrupoli.

Per tutti questi motivi, oggi a Spinetta e domani ad Alessandria, gli attivisti e le famiglie del Movimento per la Casa hanno deciso di opporsi agli sfratti e percorrere l’unico sentiero possibile: quello della lotta e dell’autorganizzazione.

Il progetto del Movimento, nato al Laboratorio Sociale di via Piave 65, ha l’ambizione di costruire una rete tra singoli e famiglie, italiani e migranti, che soffrono il problema abitativo;  dopo l’apertura dello sportello il 19 novembre, al quale già molte persone si sono rivolte per chiedere consigli ed informazioni, questa mattina è stato bloccato uno sfratto e prorogato al 22 gennaio.

Oggi il Movimento per la Casa ha mosso i suoi primi passi: agenzie immobiliari, banchieri ed amministrazione devono iniziare a rendersi conto che chi vive il dramma abitativo non è lasciato solo ma, al contrario, si sta organizzando insieme a tanti altri per trovare soluzioni che mettano al centro le persone e la loro dignità.

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