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Puleio: “nulla è impossibile per la politica. Basta volerlo”

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

da alessandrianews.it

Durante un’accorata intervista l’assessore uscente fa un bilancio dei primi mesi di mandato e ammette: “dovevamo fare tutti di più. Si è perso tempo e alcune scelte non possono essere fatte per rassegnazione. Si lotti contro Roma stando con i lavoratori”.
ALESSANDRIA – “Non so se ho fatto la scelta giusta, è stata una decisione difficile e tanti cittadini mi hanno chiesto di non abbandonare la Giunta. Ma il punto è: qual è il massimo che può fare la politica? A me pare che il sindaco e alcuni colleghi abbiamo dato per acquisite una serie di condizioni di contesto, come l’iniqua nuova legge sul dissesto e la necessità di riorganizzare i servizi finendo per tagliare anche sulla professionalità dei lavoratori, con il rischio di tradire quello stesso vincolo di fiducia che li ha fatti scegliere durante le elezioni. Io credo invece che il ruolo della politica sia proprio quello di non arrendersi all’inevitabile, di cercare e proporre soluzioni diverse, di inventarne se non ne esistono di pronte, o almeno di combattere fino in fondo al fianco della città perché non siano cittadini inermi a pagare le conseguenze di errori della politica. Se questa via non è pienamente condivisa il mio impegno può essere più utile altrove”. Queste in sintesi le ragioni che hanno spinto l’ormai ex assessore ai servizi educativi Nuccio Puleio a ratificare in via formale ieri mattina le dimissioni annunciate con una lettera il giorno prima.

Alla domanda se si è fatto tutto il possibile per evitare questa situazione, Nuccio Puleio risponde addolorato: “potevamo fare di più. Alcuni mesi, con il senno di poi, avrebbero potuto essere sfruttati meglio, anche se il contesto di grande confusione normativa ed economica nel quale ci siamo trovati al nostro insediamento non ci ha reso la vita facile. Sarebbe servita, e servirà, maggiore lucidità per elaborare un piano generale per la città, capace di non spezzettare il confronto su tanti tavoli disgiunti ma costruire con le parti sociali e i sindacati soluzioni innovative, capaci di non lasciare solo nessuno. Anche questo è il ruolo della politica, altrimenti è semplice contabilità e quella è bene che venga lasciata a commissari.
Si può anche perdere uno scontro con il governo centrale di Roma, ma avendo dato solidarietà alla città, riconoscimento, senso al proprio esistere, al proprio ruolo di rappresentanti di una comunità tradita e beffata da una classe politica incapace e provocatoria. Se le forze per fare queste scelte vengono meno, allora tanto vale fare un passo indietro e proseguire la lotta da posizioni che non siano complici di queste vessazioni sui lavoratori. Nulla è inevitabile finché non si accetta che lo sia. Secondo me questo è un insegnamento che va tramandato anche ai giovani, e la politica ha esattamente questo compito. Non accettare soluzioni preconfezionate, pensandone e costruendone con la comunità di nuove”.
Quanto ha pesato il braccio di ferro su Aspal, che lei conosce bene dall’interno, sulla sua decisione?
A farmi prendere questa decisione è stato il quadro complessivo. Certo non è un caso che i tagli alla fine partiranno da Aspal, perché di fatto si può pensare di rinunciare ad alcuni servizi mentre altri, ritenuti essenziali, come i trasporti o lo smaltimento rifiuti, hanno vincoli più rigidi per essere sospesi. Non bisogna però dimenticare che stiamo parlando di partecipate direttamente controllate dal Comune, che per anni e anni ha dettato ai diversi consigli di amministrazione come comportarsi, con pochissimo margine discrezionale. E’ facile ora chiedere conto di alcune scelte, ma non ci si può dimenticare che è stato il Comune stesso a imporle in passato. In ogni caso non servono le pratiche da scaricabarile, e neppure le polemiche sterili. Se da questa situazione ci si esce lo si fa tutti insieme e non uno contro l’altro.

Tanti lavoratori però in queste settimane hanno percepito confusamente che all’interno della maggioranza si stesse combattendo una battaglia fra due distinte anime, e la preoccupazione che ora hanno è che stia prevalendo la linea meno favorevole al mantenimento dei posti di lavoro. E’ così?
Secondo me non è una singola persona che può difendere i lavoratori, non un assessore, non un sindaco. I lavoratori stessi (e le loro organizzazioni sindacali) possono prendere in mano la situazione facendo proposte e organizzando iniziative per sollecitare le altre parti in causa a sedersi ai tavoli quando queste non sono propositive. Storicamente questi sono gli iter che portano ai risultati più efficaci. In questo senso il mio impegno in questa fase sarà massimo, offrendo le mie risorse per continuare a lavorare a tavoli di confronto capaci di cucire soluzioni.

Perché però ora ad abbandonare la Giunta pare saranno le persone che stanno dimostrando maggiore coerenza con le promesse elettorali fatte ai cittadini, cioè di salvaguardare tutti i posti di lavoro, e non coloro che spingono perché vengano prese soluzioni radicali che comporteranno anche licenziamenti? E perché, se proprio qualcuno deve lasciare, non lo fa almeno sbattendo la porta?
Personalmente sento un legame con Rita Rossa anche affettivo. Sono stato scelto da lei sulla base di un rapporto di stima e fiducia e quindi è molto complicato gestire questa situazione. Se la Giunta ora sta prendendo una scelta differente su alcuni piani strategici ci sono due possibili strade: una è lo scontro diretto, l’altra è farsi da parte e continuare la battaglia altrove, senza rompere definitivamente un rapporto che invece resta sincero e affettuoso sul piano umano. La mia uscita dalla Giunta è proprio legata alla mia impossibilità di dire ciò che penso sentendomi completamente libero di farlo, quando capisco invece che le posizioni della maggioranza su alcuni aspetti divergono dalle mie. Il problema non sono i rapporti personali però, ma il bene per la città e il resto è giusto passi in secondo piano, senza che l’attenzione venga catalizzata dalle polemiche. Il mio rapporto con i colleghi proseguirà anche nei prossimi mesi, perché, come detto, pur con un ruolo diverso, ho intenzione di proseguire a dare una mano affinché si trovino le soluzioni migliori possibili per la città. La mia è stata prima di tutto una scelta d’integrità.