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Cosa loro – Sulla firma del “protocollo per la legalità”

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Secondo un articolo del Secolo XIX a Genova è stato firmato martedì un “protocollo per la legalità” per i lavori del terzo valico, alla presenza delle Prefetture di Genova e Alessandria, di RFI e di COCIV. Il protocollo riguarda “le attività di prevenzione e contrasto della criminalità organizzata in relazione alla realizzazione della linea ferroviaria Milano-Genova”. La Prefettura non fa mistero del fatto che il documento serva a garantire una rapida esecuzione dei lavori tramite il “potenziamento delle verifiche antimafia”.

Bisogna registrare che queste dichiarazioni sono contenute in un articolo di poche righe e non sono suffragate da interviste o video, ma solo da una velina. Il documento in questione non viene pubblicato e questo rende impossibile al momento verificarne il contenuto.

Il fatto che si firmi, senza specificare ulteriori dettagli, un accordo con ditte private, nonostante esistano chiare leggi nazionali antimafia, la dice lunga sul fatto che queste opere siano a rischio di infiltrazioni mafiose. Il fatto che si firmino accordi con ditte come il COCIV, cioè Impregilo, che sulla autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria ha rapporti consolidati e appurati con la ‘ndrangheta, la dice lunga sulla serietà di chi firma.

Sanno i Prefetti di Genova ed Alessandria che l’azienda seduta al proprio tavolo pagava il pizzo sulla A3 sotto forma di “tassa ambientale”, nella misura del 3% sull’importo totale dei lavori, e che per reperire i fondi necessari all’operazione ha deliberatamente gonfiato le fatture?

Lo sanno che nell’ambito di una recente operazione antimafia in Lombardia è stato appurato che uomini di ‘ndrangheta hanno procurato voti a Vincenzo Giudice, presidente di Metro Engineering Srl, in cambio di appalti della metrotranvia di Cosenza? Lo sanno che il general contractor di tale opera è una società parte del gruppo Gavio, come il Cociv?

Prefetti e questori, sempre che non siano troppo occupati a studiare complicate strategie di ordine pubblico, sanno che dalle nostre parti ci sono ‘ndranghetisti che hanno fatto in passato grossi affari con le principali aziende di costruzione della nostra provincia?

Domande retoriche che ovviamente non troverete su alcun giornale. Il mantra di oggi è: “Stato e imprese a braccetto contro la mafia”. Nel frattempo, gli ‘ndranghetisti arrestati dalle nostre parti l’anno scorso sono stati assolti con formula piena perché le mafie, nonostante siano un grosso problema, dopotutto non esistono. Nessuno ha pensato di indagare sulle attività di questi signori o di porle sotto sequestro, così il processo è naufragato in mancanza di prove.

Intanto alcuni imprenditori indagati, come abbiamo dimostrato nei mesi scorsi, hanno lavorato nella campagna di sondaggi preliminari del Terzo Valico, con buona pace dei Prefetti.