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La dignità di migliaia di cittadini di Casale Monferrato impone la resa della Giunta Demezzi

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Una vittoria del Popolo, non viene in mente nessun’altra definizione per esprimere il sentimento di oggi, venerdì 3 febbraio 2012 a Casale Monferrato.
Una città falcidiata da 1.800 morti a causa dell’amianto provocati dalla multinazionale Eternit (60 solo nel 2011), dopo decenni per mettere in piedi un processo contro i responsabili che è partito il 6 aprile del 2009 al Tribunale di Torino, si ritrova rabbiosa, impotente e espropriata della propria voglia di Giustizia la notte del 16 dicembre sullo scalone del Comune di Casale mentre dentro le stanze del potere un Consiglio arrogante, dimentico di tante sofferenze e sordo al volere dei suoi cittadini delibera un atto di indirizzo che impegna la città di Casale, in cambio di 18 milioni di euro, a ritirare la costituzione di parte civile per tutte le vittime che ci sono state e che ci saranno contro uno dei due imputati.
E’ quella notte lo spartiacque fra una battaglia silenziosa e civile che dura da 30 anni ed una nuova lotta che coinvolgerà giovani, lavoratori, pensionati, ex lavoratori dell’Eternit, Associazioni e forze della società civile a riprendersi la propria dignità. Quella stessa notte tutto ha inizio, un assedio ad una maggioranza durato sei ore e mezzo, il tentativo di entrare in Consiglio arginato dalle forze dell’ordine, il Consiglio sospeso quattro volte, una spaccatura fra gli amministratori e i cittadini come in questa piccola realtà di provincia non si era mai vista.
Riunioni continue, volantinaggi, impiego di tutte le forme di comunicazione possibili, coinvolgimento di realtà da tutta Italia e dal mondo, manifestazioni come il 23 dicembre al “Funerale della Giustizia” dove viene improvvisata una cerimonia funebre che percorre le vie della città, come quella degli studenti davanti al Comune, come quella del primo gennaio davanti alla prefettura di Alessandria dove si incontravano il ministro della Salute Balduzzi e l’amministrazione casalese oltre all’Associazione Famigliari Vittime Amianto, come la fiaccolata con 3.000 persone il 7 di gennaio al “Nessun Dorma”, come a Roma davanti al ministero della Salute con le bandiere “Eternit Giustizia”.
E poi, oggi, sotto la spinta divenuta oramai insopportabile da tutte le parti, la capitolazione della giunta di Casale che respingeva al mittente l’offerta di un imputato per strage, dalla stragrande maggioranza della popolazione ritenuta indegna, dietro a un comunicato che parlava di una quanto mai curiosa “coerenza” dell’amministrazione casalese, la stessa che tramite i suoi consiglieri quei soldi li voleva prendere.
Non ci interessa stravincere e quindi non staremo qua a sottolineare l’incredibile serie di errori sostanziali e formali fatti dagli amministratori della città in questi mesi, volevamo che il Popolo di Casale Monferrato potesse essere artefice del proprio destino (e del proprio passato) e ci siamo adoperati per farlo, avendo al nostro fianco realtà come quella del Laboratorio Sociale di Alessandria e tante altre.
Il modello Casale ha visto i movimenti, i Sindaci dei piccoli comuni del casalese, i sindacati, la Chiesa, le associazioni, i semplici cittadini tutti dalla stessa parte. Ora l’appuntamento è per il 13 febbraio a Torino per la sentenza del più grande processo mai celebrato in Europa per morti sul e dal lavoro, la Casale degna non dimentica e vuole Giustizia, mai come in questi ultimi due mesi ha scoperto di non essere sola e di essere molto ben rappresentata, sì, dai suoi cittadini.

Associazione Voci della Memoria