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Presidente del PLIO contestato a Perugia

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Nella giornate fra il 17 e il 19 Settembre, si è tenuta a Perugia, in concomitanza con il Software Freedom Day, la Debian/Ubuntu Community Conference 2010. Durante questa tre giorni, il signor Italo Vignoli (presidente del Progetto Linguistico Italiano Openoffice) è stato contestato, al termine del suo intervento “Marketing e promozione del Software Libero”, da una decina di attivisti fra cui alcuni inviati di FaSoLi / Freeside Hacklab.

Il tristo figuro (ribattezzato per l’occasione in “V per Vaccate”) era già ben noto alla comunità per il suo disprezzo dei valori del software libero e per non curarsi dell’importanza che chi vi contribuisce, dà alla filosofia che sta dietro il semplice prodotto software.

Già alla CONFSL09 di Bologna, davanti a circa 200 attivisti del Software Libero, aveva sconvolto la platea con le sue posizioni: “Quando promuoviamo OpenOffice, ci guardiamo bene dal dire che è libero!”. Queste affermazioni, congiunte con un’inesistente promozione dei valori del software libero, che sono emerse dal suo talk, hanno portato alla contestazione.

Nello specifico “Il sig. V dimostra una mancanza di rispetto per chi ogni giorno contribuisce al mondo del Sofware Libero, proprio per i valori e la filosofia che questo porta. Le parole pronunciate a CONFSL hanno risuonato come uno schiaffo in faccia a tutti i presenti in sala e quest’anno passato non ha portato al buon “V” l’illuminazione sperata. Non siamo contrari alla promozione e al marketing del Software Libero, purchè l’obbiettivo sia quello e non la semplice svendita di un prodotto”, precisa uno degli attivisti che ha partecipato alla contestazione.

“Concordo sull’importanza della promozione del Software Libero, ma l’omissione del concetto di libertà è eccessiva, non aiuta i nuovi utenti a cambiare approccio nei confronti del computer e di chi fa sviluppo.

È come se vendendo verdura biologica non si mettesse l’accento sul metodo di produzione. La presentazione era probabilmente destinata a un pubblico non tecnico, non certo a una platea di sviluppatori e traduttori”, riporta un’altra attivista.

Quello che emerge è chiaro, la comunità indignata non intende ancora subire prese in giro e, promette, di tornare a farsi sentire per esigere il rispetto del proprio impegno e contributo.

Il “buon V”, come ormai ci si riferisce in maniera affettuosa parlando di lui, è avvisato: OpenOffice, o qualunque altro prodotto, è uno strumento per la promozione della filosofia del Software Libero e chi pensa di poter svendere il contributo volontario di milioni di persone, travalicandone le motivazioni, non è gradito da questa comunità!