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Alessandria – E’ nato il comitato contro la privatizzazione di ATM

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

 

Una assemblea straordinaria, come non se ne vedevano da tempo. Oltre un centinaio di cittadini hanno fondato ieri sera il comitato alessandrino contro la privatizzazione di ATM, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico locale.

Hanno fatto male i loro conti la dirigenza di ATM a guida leghista e l’amministrazione comunale, se pensavano di poter svendere un servizio pubblico essenziale senza incappare nella protesta di lavoratori e cittadini.

Oltre alla presenza massiccia dei lavoratori dell’azienda che da mesi stanno combattendo insieme all’Unione Sindacale di Base una dura battaglia per vedere migliorate le loro condizioni di lavoro, hanno risposto all’appello anche molti cittadini convinti che ATM sia un bene comune da salvaguardare e difendere.

Fra le prime iniziative da intraprendere si è deciso di lanciare una raccolta firme contraria alla privatizzazione, di espletare le procedure di raffreddamento per arrivare il prima possibile ad una giornata di sciopero generale e sociale che provi a coinvolgere non solo i lavoratori ma anche tutti i cittadini. Dal canto loro gli studenti, che alcuni anni fa ottennero con una dura battaglia un abbonamento agevolato per viaggiare sugli autobus, hanno dichiarato che saranno parte della mobilitazione e che la faranno vivere dentro le loro scuole.

A incominciare da Sabato verranno allestiti banchetti in città con l’intento di informare la popolazione e raccogliere le firme in calce alla petizione che riportiamo:

IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE E’ UN BENE COMUNE

PETIZIONE CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DI ATM ALESSANDRIA

Nei giorni scorsi il Presidente di ATM Alessandria Lumi e l’assessore del Comune di Alessandria Vandone, hanno dichiarato pubblicamente che si procederà verso la privatizzazione di ATM. L’azienda che gestisce il trasporto pubblico locale nelle città di Alessandria e Valenza, oltre alla sosta a pagamento, la manutenzione della segnaletica stradale e il distributore del gas metano, si appresta ad essere svenduta.

Sempre secondo le dichiarazioni degli esponenti dell’azienda, la scelta sarebbe quella di cedere il 50% delle quote ad Atm Milano, anch’essa in via di privatizzazione e il cui amministratore delegato è il Signor Elio Catania. Un uomo balzato alle cronache nazionali quando si trovava a svolgere il compito di amministratore delegato di FS al tempo della ferrovia con miliardi di euro di buco nel bilancio, una qualità del servizio scadente ed enormi problemi di sicurezza per lavoratori e passeggeri.

Raccontano che siano obbligati a privatizzare dal decreto Ronchi poi convertito in legge dal Parlamento Italiano. Il decreto stabilisce che entro il 31 Dicembre 2011 almeno il 40% del capitale delle aziende che gestiscono i servizi pubblici locali deve essere ceduto a privati.

Quello che fanno finta di non sapere è che potrebbero benissimo decidere di trasformare ATM in un’azienda speciale a totale capitale pubblico, come sancito dall’Unione Europea.

Oltretutto il decreto Ronchi è stato impugnato da cinque Regioni italiane, poiché viola l’autonomia delle amministrazioni regionali di scegliere l’organizzazione dei servizi locali.

Se a questo aggiungiamo che in primavera si voteranno i referendum noti come “referendum contro la privatizzazione dell’acqua” volti a minare alla radice gli effetti nefasti del decreto Ronchi, non si riesce proprio a capire il motivo della fretta con cui prendere una decisione tanto importante.

Sarà forse che per le finanze disastrate del Comune di Alessandria la vendita di ATM con conseguenti introiti rappresenterebbe una boccata d’ossigeno?

Sarà forse che il dogma della privatizzazione ad ogni costo con cui si sono vendute le farmacie comunali, il patrimonio immobiliare pubblico, la casa di riposo voglia ora mettere nel mirino ATM?

Non abbiamo nessuna intenzione di contrapporre a dogma un altro dogma e non siamo interessati ad uno scontro ideologico. Siamo fermamente convinti che l’attuale forma di governo delle aziende pubbliche debba essere radicalmente rivisto, incominciando con la fine delle nomine dei consigli di amministrazione su criteri partitici e mai in base alle effettive capacità personali. La nomina dell’attuale presidente Lumi dimostra pienamente quello che pensiamo. Un incompetente che ricopre quella carica esclusivamente per la sua fedeltà a un partito che governa la città di Alessandria e ha intrapreso un duro braccio di ferro con i lavoratori che da diversi mesi chiedono un servizio più efficiente, da svolgersi in condizioni di maggiore sicurezza per loro e per tutti i cittadini.

Al tempo stesso, la storia delle privatizzazioni in Italia e numerosi studi hanno dimostrato che tutte le società pubbliche cedute a privati hanno rincarato i prezzi, diminuito il personale e aumentato gli stipendi dei managers, aumentato le spese per la pubblicità e le consulenze, aumentato le tariffe, ridotto o abolito le fasce di agevolazione per le categorie sociali più deboli, risparmiato sulla sicurezza aziendale che in questo caso significa anche sicurezza dei cittadini, peggiorato il servizio. Le aziende private sono sempre e comunque alla ricerca del profitto e nel nome di questo si calpestano i diritti dei lavoratori e dei cittadini, salvo poi richiedere al pubblico finanziamenti in virtù del servizio che garantiscono.

Un disastro completo verso cui vogliono correre e a cui i lavoratori di ATM e tutti i cittadini che difendono i beni comuni, avendo a cuore la propria città, vogliono opporsi con determinazione.

Parlare di ATM significa parlare degli autobus che spostano per la città migliaia di alessandrini e studenti fuori sede, degli autobus che portano a scuola i nostri figli, di una delle poche possibilità di trasporto per diversamente abili e anziani soli, di un servizio pubblico essenziale.

Qualcosa di troppo importante per la città di Alessandria per essere svenduto con l’intento di fare cassa.

Per tutte queste ragioni chiediamo che venga immediatamente sospesa la strada verso la privatizzazione di ATM, che si apra in città una grande discussione pubblica sul futuro e sulla gestione dell’azienda, che vengano rimossi tutti i dirigenti nominati su base partitica, che si attenda l’esito dei referendum contro il decreto Ronchi e dei ricorsi delle Regioni.

Se così non sarà la strada che verrà imboccata sarà quella di un asprissimo conflitto sociale che si svilupperà sia internamente, sia esternamente all’azienda.

La crisi del Comune non può essere pagata da lavoratori e cittadini.

Firmiamo questo appello per difendere un bene comune di Alessandria.

Comitato contro la privatizzazione di ATM Alessandria