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Alessandria – Una strana associazione a delinquere si aggira per la città

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Lo si è appreso qualche giorno fa, quando 18 attivisti dei movimenti alessandrini, si sono visti recapitare a casa la richiesta di proroga termini indagini preliminari, inoltrata dal PM Giancarlo Vona, al giudice per le indagini preliminari. Un’indagine eseguita dai Carabinieri della caserma del Cristo, il quartiere dove ha sede il centro sociale Crocevia e la maggior parte delle occupazioni abitative della rete sociale per la casa. A tutti gli imputati viene contestata l’associazione a delinquere CP 416 commessa il 04/01/2003 e permanente fino all’agosto del 2008. A un solo attivista viene anche contestata l’occupazione abusiva e il danneggiamento accertati in data 24 Febbraio 2009. In questi semplici dati sta già tutta l’assurdità dell’inchiesta dei Carabinieri. Infatti nel 2003, data del presunto inizio del sodalizio, gli attivisti del movimento dei disobbedienti occuparono la Toro Assicurazioni in solidarietà con gli operai cassaintegrati della Fiat. Per quell’azione venne aperta un’inchiesta, ma il Giudice dell’udienza preliminare archiviò tutto. Per quanto riguarda invece il reato del 24 Febbraio di quest’ anno, è probabile che si riferisca alla Rete Sociale per la Casa, ma nessun reato è stato commesso da nessun attivista della rete, semplicemente perché quel giorno non vi è stata nessuna iniziativa. La vicenda si fa parecchio confusa, in quanto nel 2003 la Rete Sociale per la casa neppure esisteva e nel 2009, il movimento alessandrino dei disobbedienti si era già sciolto da anni. Inoltre, vista la cura con cui sono stati colpiti tanto gli storici esponenti dei movimenti alessandrini quanto i giovani protagonisti dell’onda studentesca, risulterebbe che alcuni degli associati avrebbero dato vita al sodalizio all’età di 13 anni. Si tratta in realtà di un affrettato copia incolla per cui, chiunque sia stato denunciato dal 2003 ad oggi, è entrato a far parte di questa associazione a delinquere. Legittimo il dubbio che i Carabinieri pensino che gli attivisti dei movimenti dei diversi collettivi susseguitisi negli anni, siano parte di una grande associazione a delinquere. Come a dire che se fai politica e commetti qualche reato sei automaticamente un’associazione a delinquere, che la storia e il presente dei movimenti debba essere messa sotto processo, per il solo fatto di esistere.
Lasciando da parte tutte le brutture giuridiche che testimoniano quanto si tratti di un’inchiesta squisitamente politica, non sono sfuggite a nessuno alcune strane coincidenze. L’inizio dell’inchiesta è del 23 Settembre 2008, circa due mesi dopo che il Presidente dell’ATC (l’ex istituto autonomo case popolari) Gianni Vignuolo, esponente cittadino di spicco del Partito Democratico, si era pubblicamente rivolto al Prefetto, al Questore e alla Magistratura per “fermare” la Rete Sociale per la Casa, colpevole di aver messo a segno una decina di occupazioni con famiglie senza casa o sotto imminente sfratto. La Rete per la casa aveva risposto con un comunicato stampa semiserio, in cui si diceva convinta che Vignuolo non avrebbe avuto problemi a trovare qualche amichetto nella magistratura, pronto a inquisirla per associazione a delinquere. Come volevasi dimostrare oggi tutto questo si avvera. Non è la prima volta che questo succede in Italia, era già capitato agli attivisti di Action di Roma e dell’Agenzia Sociale per la Casa di Venezia che verranno tutti prosciolti dalle accuse dei pubblici ministeri. Come fu per questi due casi, l’inchiesta di oggi mira ad attaccare frontalmente l’esperienza politica della Rete Sociale per la Casa e dei movimenti sociali tutti, macchiatisi del terribile delitto di aver conquistato, tramite l’autorganizzazione, l’assegnazione di decine di case per famiglie che vivevano in evidente stato di necessità e bisogno. Ha avuto l’aggravante di fare questo non solo con cittadini italiani, ma addirittura con cittadini migranti rumeni, marocchini, tunisini: intollerabile al tempo dei deliri securitari, del pacchetto sicurezza e della deriva razzista e xenofoba del Governo.
Un tentativo maldestro di attaccare tutti i movimenti sociali della città, visto il legame strettissimo fra centri sociali, movimenti degli studenti medi e universitari, movimenti in difesa dei beni comuni e l’esperienza della Rete Sociale per la Casa, immaginata e faticosamente costruita all’interno dell’esperienza del centro sociale Crocevia.
Chi andrà a spiegare adesso al Sindaco Pier Carlo Fabbio che aveva aperto tavoli di trattativa ufficiali con la Rete Sociale per la Casa, che stava discutendo in realtà con una supposta associazione a delinquere? E all’ex Sindaco Mara Scagni? E a tutti i giornalisti che in questi anni hanno scritto sulle gesta delle donne e degli uomini dei movimenti, presentandoli non come delinquenti ma attivisti politici?
In realtà si tratta di fiancheggiatori di questa associazione a delinquere, la prima nella storia di Alessandria ad agire alla luce del sole. Ci sarebbe da ridere se non si trattasse di una cosa estremamente seria. Se non si trattasse di un’inchiesta eseguita dai Carabinieri, espressamente richiesta da un politico e su cui un Pubblico Ministero, ritenuta la sussistenza di una giusta causa, vorrebbe la proroga dei tempi di indagine. Se non si trattasse del tentativo di usare politicamente la magistratura, per mettere in difficoltà un movimento capace in questi anni di restituire dignità alle fasce sociali più deboli e di creare contraddizioni ai diversi governanti succedutisi in città.
Gli attivisti, tramite il loro avvocato Laura Tartarini, hanno presentato istanza perché non venga concessa la proroga alle indagini preliminari. Per quanto riguarda il tentativo di spaventare, è bene ricordare che Giovedì scorso la rete per la casa ha impedito l’esecuzione di due sfratti nella palazzina di via Viora e che il 24 e il 25 Aprile verrà inaugurato lo spazio dell’ex caserma dei pompieri, riconsegnato alla città dalle lotte dei movimenti. Evidentemente chi agisce alla luce del sole non viene “fermato” neppure da deliranti inchieste giudiziarie.
Alla faccia di Vignuolo e di tutti i politicanti che verranno travolti dalla loro incompetenza e da chi non ha mai chiesto il permesso per essere libero.